
Circa due mesi fa Clubhouse ha finalmente compiuto un anno. Nonostante l’app sia nata da poco, però, sta pian piano cadendo nel dimenticatoio.
La piattaforma di audio room lanciata dalla Alpha Exploration Co. e creata dall’imprenditore della Silicon Valley, Paul Davison, e dall’ex impiegato di Google, Rohan Seth, è stata rilasciata per la prima volta a Marzo del 2020.
Quello che è stato il social network più popolare e rivoluzionario del 2020 – utilizzato da più di 2 milioni di persone alla settimana – ha visto crollare drasticamente i download da parte degli utenti. Se a Marzo 2021 sono stati 13 milioni in tutto il mondo (di cui 435 mila solo in Italia), oggi Clubhouse deve fare i conti con un crollo del 72%, ovvero solo 2,7 milioni di download. Nonostante le ottime previsioni future per l’app e i finanziamenti devoluti per la sua crescita, il numero di utenti interessati è calato sempre di più, soprattutto se consideriamo che ogni download corrisponde a un singolo utente, dal momento che la piattaforma funziona tramite inviti. Anche gli stessi dati di Google Trends mostrano quanto l’interesse del pubblico sia calato col passare dei mesi e come l’app non sia più presente nelle ricerche del momento. Questo rapido disinteresse è dovuto a diversi fattori: primo tra tutti la sua esclusività. Nonostante la popolarità di Clubhouse, solo una piccola parte degli utenti mondiali ha potuto partecipare attivamente alla piattaforma, ovvero chi era dotato di iPhone. Inoltre, potendo accedere alle stanze solo su invito, si sono crearti dei club esclusivi con un numero limitato di persone al loro interno.
Allo stesso tempo, però, anche gli utenti che hanno partecipato attivamente non hanno potuto condividere la loro esperienza all’esterno, questo perché si tratta di stanze ‘live’, che non possono essere registrate o condivise. Parliamo di contenuti impossibili da fruire una seconda volta, proprio perché non rimangono sulla piattaforma. Un altro grande limite dell’app sono le verifiche inesistenti sui contenuti, ovvero i dialoghi tra gli utenti. Questo, col passare del tempo, può portare a situazioni pericolose o inappropriate. Tutto ciò, sommato al problema del trattamento dei dati (non è chiaro dove vadano a finire), ha convinto molte persone a disinstallare Clubhouse.
Inoltre, a differenza di altri contenuti audio, come podcast o musica, l’app costringe gli utenti a rimanere connessi per tanto tempo, senza avere la possibilità di distrarsi neanche per un secondo. L’audio, infatti, diventa indispensabile per capire il senso dei dialoghi e delle tematiche trattate. Mentre continua il declino dell’app e i download diminuiscono sempre di più, altre piattaforme audio iniziano a farsi strada. Una di queste è proprio Facebook. Il social, infatti, sarebbe pronto a lanciare una valida alternativa a Clubhouse. Non è un segreto che Zuckerberg sia ormai un esperto nel “clonare” elementi di altri social (come le storie su Instagram ispirate a Snapchat o i Reel ispirati a Tik Tok), apportando notevoli miglioramenti e implementando nuove funzionalità. Perciò le prospettive su questa piattaforma sono buone.
Questo progetto dovrebbe essere in una prima fase di sviluppo, secondo quanto riferito da due addetti ai lavori intervistati dal New York Times. In risposta a queste dichiarazioni, Emiliee Haskell, la portavoce di Facebook, non ha dato ulteriori dettagli sulla vicenda e ha solo affermato:
“Abbiamo permesso alle persone di connettersi tra loro per anni attraverso le tecnologie audio e video ed ora siamo costantemente alla ricerca di nuovi modi per migliorare le possibilità di connessione tra le persone”.
Un altro social che, proprio come Facebook, vuole proporsi come una valida alternativa a Clubhouse è Twitter. Questa funzione prende il nome di ‘Twitter Spaces’ e permette di creare delle audio room tematiche, dove poter discutere e chiacchierare di vari argomenti, il tutto all’interno dell’ecosistema di Twitter. Questa nuova piattaforma al momento è in fase beta, ma può già essere testata dagli utenti tramite un’iscrizione al programma di beta tester di Twitter. Per ora, però, solo alcuni utenti iOS selezionati possono creare le stanze. Ancora non ci sono previsioni sicure su quando ‘Twitter Spaces’ entrerà ufficialmente in funzione.
Infine, anche Telegram si è addentrato nell’ambito delle chat vocali, introducendo una nuova funzionalità chiamata ‘Voice Chat 2.0’ all’interno della sua app. Questa funzionalità dà la possibilità di partecipare a diverse conversazioni audio, proprio come su Clubhouse. Rispetto a quest’ultima però, ‘Voice Chat 2.0’ ha alcune caratteristiche che la rendono unica: per cominciare i partecipanti possono decidere di restare “anonimi”, senza rivelare il loro vero nome. Inoltre, gli amministratori di una room possono registrare l’evento audio e ripubblicarlo o condividerlo successivamente. Per capire se l’audio viene registrato basterà notare se è presente una luce rossa accanto al titolo. Restano invariate invece altre funzioni, come il microfono spento quando si entra in una stanza e l’opportunità di richiedere la parola. Quest’ultimo aggiornamento arriva quasi in concomitanza con il lancio pubblico di Twitter Spaces.
Nei mesi successivi vedremo presto nascere queste nuove piattaforme sperimentali, che sembrano aver imparato dagli errori commessi da Clubhouse, apportando modifiche significative e miglioramenti notevoli. È iniziata l’era di Clubhouse 2.0.
