
Le aziende comunicano (anche quando non vogliono!) in quanto organizzazioni sociali che agiscono all’interno delle rispettive comunità. La comunicazione, come tutti sanno, va gestita con grande attenzione, e le aziende in tal senso oggi non possono non considerare un nuovo e moderno mezzo di comunicazione, il cui successo è riconducibile solo in parte ai social media: il podcast.
Se ci riflettiamo un attimo, non possiamo che riconoscere che l’opportunità che viene offerta dai podcast alle aziende è a dir poco allettante: raccontarsi e divenire soggetto credibile, autorevole, capace di creare seri legami con la comunità, legami seri perché basati su trasparenza ed affidabilità.
Comunicare con rigore e serietà, senza dover necessariamente parlare dei propri prodotti o servizi, ma offrendo valore a chi ascolta, aiuta a costruirsi credibilità, un bene molto prezioso.
La credibilità può essere di ausilio nella vendita dei propri prodotti ma anche di immenso aiuto per superare tempi difficili, in cui qualcosa può andare storto. Senza credibilità (che sappiamo bene ovviamente non si acquisisce soltanto con i podcast ma che i podcast possono aiutare a consolidare) le aziende rischiano a volte di uscire dal mercato per un qualsiasi incidente, qualsiasi errore generato dall’organizzazione. Chi si ricorda il famoso caso della “prova dell’alce” della Mercedes Classe A che si ribaltava in curva? Era il 1997 e la grande credibilità acquisita della casa automobilistica aiutò il produttore tedesco di automobili a gestire un caso a dir poco imbarazzante.
Ma come ci si accredita come soggetto affidabile e autorevole con la comunicazione? Come dicevamo, il podcast, e quindi lo storytelling che esso consente di realizzare, è lo strumento giusto per raccontarsi, allacciare e coltivare un rapporto con i propri clienti per parlare loro non, banalmente, di prodotti ma della sostenibilità delle loro azioni, della loro responsabilità e impatto sociale.
Per raggiungere questi obiettivi, si possono realizzare podcast reputazionali, in cui esperti realizzano (proprio come una media company) programmi di intrattenimento attraenti, divertenti, su vari temi di interesse pubblico; l’azienda viene ad essere percepita (e quindi attrarre!) come fonte di informazione e divertimento, ma di qualità, di rigore e di estrema correttezza. Un’informazione “seria” ricevuta attraverso un podcast prodotto da un’azienda si riflette immediatamente nella percezione di serietà dell’azienda stessa.
Il format del podcast aziendale può essere altresì editoriale, andando a toccare quindi temi attinenti al core business aziendale, facendo però grande attenzione in fase di realizzazione a non cadere in un banale messaggio di vendita dei propri prodotti. Questo fatto screditerebbe immediatamente lo strumento, l’interlocutore si sentirebbe preso in giro e il podcast diventerebbe uno spot pubblicitario…..non un grande risultato. Considerate invece quale diverso risultato, ad esempio per una società sportiva, sarebbe quello di parlare delle grandi imprese sportive delle nazionali, o addirittura trattare sport diversi dal proprio: renderebbe la società sportiva un “riferimento” per tutti gli sportivi, accrescendone la reputazione.
Infine, un ultimo tipo di podcast può essere “dichiaratamente” attinente ai propri prodotti o servizi, occupandosi magari delle loro modalità ed ambito d’utilizzo, spiegandone le potenzialità in modo avvincente e possibilmente non banale, cercando in questo modo di “occupare il territorio” e accreditandosi sul proprio mercato anche sul piano delle conoscenze ed esperienze (oltre che su quello dei prodotti).
Qualunque sia l’obiettivo da raggiungere, è comunque fondamentale porre come proprio obiettivo, come proprio “mantra” la rigorosità con cui si gestiscono le informazioni. In tempi di “fake news”, qualsiasi informazione fornita al pubblico deve essere controllata e verificata da professionisti che abbiano a cuore la reputazione dell’azienda. Costruire una solida reputazione richiede tempo (e denaro!) mentre per distruggere tale reputazione basta veramente poco.
Per questo la realizzazione di podcast di successo richiede professionisti seri, con esperienza nel settore, in grado di guidare l’azienda nel mare del web e delle sue insidie (a volte non evidenti).
C’è anche un ulteriore utilizzo dei podcast di cui vogliamo accennare, che andrebbe considerato dalle aziende. Si tratta di un utilizzo dei podcast per l’interno, rivolto cioè alla comunicazione verso i propri dipendenti. Infatti, il podcast per la Comunicazione Interna permette all’azienda di comunicare con i dipendenti senza mettere distanza tra vertici e i dipendenti, ma piuttosto generando intimità, facendo scoprire i “capi” aziendali come esseri umani nelle loro personali sfaccettature e (se vogliamo) anche debolezze.
Il capo azienda può infatti comunicare la strategia o gli obiettivi dall’azienda attraverso un’intervista informale, un talk show colloquiale che sarà sicuramente accolto dai dipendenti in modo assai diverso da una comunicazione interna scritta in modo tradizionale.
Abbiamo visto come esistano oggi numerose possibilità nell’utilizzo del podcast per le aziende come strumento di comunicazione. Per tutto questo, il team di professionisti che anima il progetto di Roger è a disposizione di chiunque voglia approfondire questi temi e consideri l’utilizzo dei podcast per la propria azienda. Ci candidiamo a supportare tutte le aziende interessate o soltanto a discutere maggiormente i temi relativi all’utilizzo del podcast in azienda!
Potete contattarci all’indirizzo mail redazione@roger-podcast.com.

Marco Zanussi
Laureato in Ingegneria nel 1987, dopo avere acquisito un Master in Economia e Organizzazione presso la Scuola Superiore Enrico Mattei dell’ENI, ha lavorato negli USA dal 1988 al 1991 presso EniChem Americas nella funzione Organizzazione e Sistemi Informativi.
Successivamente, rientrato a Milano ha ricoperto vari incarichi con crescenti responsabilità nelle funzioni Information Technology ed Organizzazione del gruppo EniChem. Dal 1995 al 2001 è stato Direttore Organizzazione e Sistemi di Polimeri Europa (l’attuale Versalis). Nel 2001 è passato al gruppo internazionale Mossi Ghisolfi (seconda azienda chimica italiana) sino al 2019 ricoprendo la carica di Group Head of Human Resources & CIO. Dal 2020 è Associate Partner di Skills Management Group.