
Ho scritto il podcast Risorse Umane ispirandomi liberamente ad un mio libro di alcuni anni fa, che racconta le vicende personali e professionali di Dario Detorri, un manager delle Risorse Umane che improvvisamente e inaspettatamente, a Zurigo, in un afoso pomeriggio di fine luglio, viene licenziato dalla multinazionale in cui lavora.
Si apre una crisi, non tanto per il fatto in sé, ma perché la nuova situazione fa emergere le contraddizioni di un uomo che si ritrova a fare i conti con le sue certezze, con i suoi ideali, con i suoi valori, con la sua storia.
E lo fa riflettere sul suo passato, su ciò che è diventato ma, soprattutto, su che cosa vorrà essere per il resto della sua vita.
Dovrà affrontare una crisi profonda da cui uscirà solo facendo ricorso alle sue risorse umane. Un patrimonio di esperienze, di incontri, di lucide riflessioni che lo guideranno nella ricerca di ciò che per Dario è veramente importante.
Risorse Umane è un podcast ricco di spunti, suggestioni e atmosfere.
Il potere della narrazione
Credo molto nella forza dirompente del racconto perché dentro di esso, poco o tanto, c’è uno spazio per tutti. Si stabilisce una relazione intensa tra chi legge o, come in questo caso, chi ascolta e chi scrive. Ci si ritrova nei dialoghi, nelle situazioni, nei profili dei personaggi. Ci si riconosce nei momenti di gioia e in quelli di tristezza, nei tratti di malinconia e di fierezza, negli sfoghi di rancore e di rabbia ma anche nella tenerezza dei ricordi.
È una full immersion in un turbinio di stati d’animo dove nessuno può chiamarsi fuori: gli scettici non sono ammessi perché o mentono a loro stessi o non hanno mai davvero vissuto.
Quando si entra nel racconto, senza remore, cresce in modo esponenziale il desiderio, la curiosità di capire che cosa succederà da lì a breve, e poi nei capitoli successivi e poi forse anche dopo.
Dario diventa un compagno di viaggio sempre più complice, da cui risulta difficile staccarsi perché dentro ciascuno di noi vive, magari assopito, un Dario Detorri. Risorse Umane è, dunque, un viaggio affascinante che nonostante le crisi, le difficolta, le amarezze che incontra, non puoi fare a meno di vivere intensamente fino in fondo, insieme a Dario, al fianco di Dario.
E quindi vuoi lottare con lui, non vuoi arrenderti, vuoi riconquistare la tua libertà, la tua felicità.
Improvvisamente il racconto di Dario diventa mille racconti, diventa il racconto di chi lo ascolta. Puoi anche fermare, anzi, se ti senti addosso questo desiderio, DEVI fermare la voce narrante e lasciarti andare alle tue riflessioni, alle tue visioni, perderti nel dolce navigare dei ricordi.
È un tuo diritto riscrivere quel racconto e ascoltartelo nella testa, ripensare a come hai vissuto, a chi sei davvero, a come vorresti essere, a chi vorresti assomigliare, tirare fuori gli spettri che si agitano in te, quelli che la tua coscienza, illiberale e antidemocratica, continuamente reprime e disperatamente respinge salvo poi, di fronte all’invincibile afflato di ribellione, cedere rovinosamente.
È un tuo diritto cadere, se serve, guardarti dentro, con coraggio e senza indulgenza, e quindi ripartire, correggendo la rotta, verso quella nuova meta che senti di nuovo finalmente tua.
Chi ascolta Risorse Umane non può restarne indifferente. Lo puoi odiare o amare, lo puoi soffrire o decidere di immergerti nei suoi racconti fino a sentirti intimamente coinvolto, persino emozionato.
Dal testo al podcast
Il lavoro di alcuni eccellenti professionisti ha trasformato un testo scritto, quello creato da me, in un podcast originale di grande suggestione. Ed è stata un’incredibile sorpresa. Ascoltare ciò che ho scritto, attraverso l’interpretazione e la voce di uno straordinario attore come Vincenzo Zampa, è stata un’emozione unica.
Dario Detorri, un personaggio creato dalla mia immaginazione che vive storie verosimili ma tutte rigorosamente inventate da me, ha preso improvvisamente vita.
“Si può fare!” avrebbe urlato il dott. Frankenstein, di fronte alla sua creatura che incredibilmente tornava in vita. E così ho pensato io, con il vantaggio che il cervello di Dario era tutt’altro che “abnormal”. Anzi.
Tutte le vicende che nella mia testa avevo immaginato si materializzavano, prendevano forma. I personaggi che avevo disegnato, ai quali così tanto mi ero affezionato quasi a sentirli veri o comunque parte di quel mondo fantastico che così tanto spazio occupano nella mia vita reale, parlavano, li vedevo muoversi, li immaginavo intenti a guardare il loro inventore, grati per essere stati generati. E qualche volta ho avuto la sensazione di poterli persino sfiorare.
Se è vero che leggere regala emozioni incredibili, ascoltare ti immerge nelle situazioni, ti trasmette sensazioni uniche e ti regala la gioia di sentirti dentro il racconto.
Devo anche ringraziare due straordinarie persone, Simone Spoladori e Marco Zanussi, che letti i miei racconti non hanno avuto dubbi sul fatto che potessero trasformarsi, con successo, in prodotti ascoltabili e quindi hanno realizzato i podcast, arricchendoli con i loro arrangiamenti sui testi, sulle musiche e sugli effetti sonori.
Un nuovo medium di successo
Il podcast dà al racconto, che di per sé è già uno strumento dirompente, quella forza vitale che serve a riempire tutto lo spazio disponibile. E’ come scaricare un programma sul tuo computer che occupa tutta la memoria, in quel momento non ci sono byte disponibili per altro.
Il podcast è il futuro, forse è già persino il presente in certi contesti e in certi mercati, per trasmettere tutto quello che il racconto può regalare, attraverso il quale si può generare un pensiero positivo, si facilita il coinvolgimento intellettuale, si anima il dibattito, si toccano le coscienze, si favorisce il cambiamento virtuoso.
Per chi ama scrivere non è affatto un’abiura. E’ semplicemente un cambiamento di utenza sensoriale. L’ascolto sostituisce la lettura, l’udito la vista, l’orecchio l’occhio. Ma tutto nasce sempre da un foglio di carta bianco, o da una pagina word immacolata, se preferite, nella quale chi sa scrivere continuerà a farlo, mettendoci come sempre la sua passione, la sua immaginazione, il suo amore per le storie che racconta e per i personaggi che immagina.
Scrivere continuerà ad essere un modo per ribellarsi all’ingiustizia della morte. Per essere ricordati non solo da una foto sbiadita, conservata in chissà quale cassetto o scatola dimenticata, ma per le storie che chi vorrà potrà leggere per sempre.

Marco Camurati
Marco Camurati, 61 anni torinese, manager d’azienda nel settore delle risorse umane dove lavora da molti anni in contesti internazionali. Scrittore per passione, è convinto del potere e del fascino della narrazione.
Scrive di risorse umane non in senso tecnico ma raccontando le vicende, le emozioni, i turbamenti e le gioie di un uomo delle risorse umane. Meglio ancora, di un uomo e delle sue risorse umane.